Rubrica della salute
InfertilitÀ Maschile
Per sterilità di coppia si intende una oggettiva incapacità della coppia di ottenere una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti sessuali regolari e senza uso di metodi anticoncezionali. L’infertilità riconosce per il 30-40% una causa maschile, per il 30-40% una patologia femminile, per il 20% un problema di entrambi e per il restante 10-20% una causa sconosciuta.
Le Cause
L’infertilità maschile non è considerata una sindrome ben definita ed essa può essere determinata da varie cause, quali la mancata o ridotta produzione spermatica, le patologie primitive del testicolo, da disturbi dell’eiaculazione, da alterata biofunzionalità degli spermatozoi; a tali cause vanno aggiunti squilibri ormonali e problemi psicologici e/o comportamentali.
Uomini che vivono uno stile di vita sano hanno maggiori probabilità di produrre spermatozoi sani. Sappiamo ad esempio che fumare riduce significativamente sia il numero di spermatozoi che la loro motilità, così come l’uso prolungato di marijuana e altre droghe, l’abuso cronico di alcol, l’uso di steroidi anabolizzanti, l’esercizio fisico eccessivamente intenso, l’uso di biancheria intima troppo stretta.
Alcuni farmaci possono avere un effetto soppressivo sulla fertilità; l’arresto definitivo della spermatogenesi può essere causato dall’irradiazione in zona genitale o da farmaci antitumorali. Episodi infettivi ricorrenti e anche le malattie sessualmente trasmesse possono rappresentare un fattore di rischio per la fertilità.
Un altro fattore di rischio è rappresentato dall’infezione da virus della parotite (i cosidetti ‘orecchioni’) che può causare orchite con conseguente sterilità permanente; il varicocele, una patologia presente fino nel 35% degli uomini infertili, è rappresentata dalla impossibilità della vena spermatica a far progredire il sangue con comparsa di vene varicose a carico del testicolo che è così impossibilitato a far maturare normalmente gli spermatozoi. Anche la ritenzione del testicolo, mono o bilaterale, influenza in maniera variabile la fertilità; infine ricordiamo le disfunzioni sessuali, rappresentate dell’eiaculazione retrograda e dalla disfunzione erettile.
Terapie per Contrastarla
Nella diagnostica dell’infertilità maschile l’esame di laboratorio fondamentale risulta essere lo spermiogramma, ossia la valutazione dei caratteri qualitativi e quantitativi dello sperma. Questo esame rappresenta il punto di partenza, di primo livello, e comprende la valutazione degli aspetti macroscopici (aspetto, viscosità, fluidificazione, volume, pH, ecc.) e microscopici (concentrazione nemaspermica, concentrazione totale, percentuale di motilità, morfologia, vitalità degli spermatozoi). La determinazione dello spermiogramma deve essere eseguita in laboratori accreditati che eseguono programmi di valutazione interna ed esterna della qualità, ed effettuano il test in accordo con le indicazioni dell’OMS, che stabilisce metodiche e parametri di riferimento; è fondamentale, per una corretta refertazione del test, che nella risposta siano indicati i parametri dell’OMS e l’adesione del laboratorio a programmi di qualità. Per una corretta esecuzione dell’esame è necessario osservare un periodo di astinenza dai rapporti sessuali di 3-5 giorni, ed è inoltre determinante che il campione venga analizzato entro mezz’ora dalla raccolta. Un corretto spermiogramma può in molti casi, ma non in tutti, portare a stabilire la causa dell’infertilità maschile. Nel liquido seminale le anomalie che più frequentemente si possono evidenziare sono un basso numero di spermatozoi, la loro totale assenza, una ridotta mobilità o alterazioni della loro forma.
Nel caso in cui l’infertilità sia legata a patologie non suscettibili di approccio medico interviene la chirurgia.
Ulteriori accertamenti diagnostici, oltre agli esami ematologici di routine, sono i dosaggi ormonali, indirizzati alla valutazione degli ormoni che stimolano la produzione degli spermatozoi, e talvolta gli esami genetici. L’ecocolordoppler scrotale e l’ecografia prostatica transrettale sono esami fondamentali con i quali si valutano la morfologia dei testicoli e della prostata, l’eventuale presenza di masse, noduli e infiammazioni, ma soprattutto consentono di fare una diagnosi accurata di varicocele o di prostatite. Nei casi in cui sia riscontrata la totale assenza di spermatozoi nell’eiaculato, o una severa riduzione, è utile e talvolta fondamentale eseguire una biopsia del testicolo, che potrà non solo dimostrare la eventuale presenza di spermatozoi nel testicolo stesso, ma dare la possibilità di prelevarne per utilizzarli in varie procedure di fecondazione assistita. Parlando di terapia, l’obiettivo del trattamento è quello di migliorare la qualità del seme del paziente; si stima che 1/3 degli uomini infertili, una volta sottoposto alle adeguate cure, riesce ad avere una paternità naturale.
La terapia farmacologica è finalizzata a correggere quelle alterazioni che hanno determinato l’infertilità, non esistendo una terapia univoca che aumenti la concentrazione degli spermatozoi e ne corregga le anomalie di forma; ad esempio determinati ormoni vengono utilizzati con successo per combattere l’ipogonadismo ipogonadotropo o dopo l’intervento di varicocele; antibiotici ed antinfiammatori si usano nella terapia delle infiammazioni del testicolo e della prostata, e gli antiossidanti si utilizzano per migliorare la qualità dello spermatozoo.
Nel caso in cui l’infertilità sia legata a patologie non suscettibili di approccio medico interviene la chirurgia; questa è finalizzata alla risoluzione delle patologie come il varicocele o l’ostruzione delle vie genitali; se nonostante tali approcci le caratteristiche dello sperma non migliorano a tal punto da determinare il concepimento, possono essere intraprese le tecniche di recupero degli spermatozoi che mirano alla risoluzione della forma patologica definita come azoospermia.