Rubrica della salute
Il Cancro Dell'utero
Nuovi Test di Screening
Nel mondo vengono diagnosticati ogni anno circa 400.000 nuovi casi di tumori della cervice uterina, al secondo posto tra le forme tumorali più frequenti, insieme a quelle del colon-retto e dopo i tumori della mammella. A differenza dell’alta incidenza nei Paesi in via di sviluppo, in quelli industrializzati e, particolarmente in quei territori dove si effettui uno screening di popolazione razionale ed organizzato, sia l’incidenza che la mortalità per questo tumore risultano più basse.
Durante gli ultimi 30/40 anni, l’incidenza per questo tumore si è ridotta in Europa fino ad una diminuzione della mortalità del 30-60%. In Italia si stima che ogni anno vengano diagnosticati circa 3500 nuovi casi di cancro della cervice. Il principale responsabile del cancro della cervice è il papilloma virus umano (HPV).
In realtà non si tratta di un unico virus, ma di un folto gruppo di ceppi virali diversi che si trasmettono tramite rapporti sessuali. La diffusione di questi virus è molto elevata se si considera che circa l’80% delle donne sessualmente attive può contrarre, entro i 50 anni, almeno un’infezione da HPV. Molti tipi di HPV sono innocui e regrediscono spontaneamente; alcuni di questi virus possono causare disturbi non gravi come condilomi (verruche che si formano sui genitali). Tuttavia un piccolo gruppo di HPV, definiti ad “alto rischio”, possono invece progredire e portare al cancro della cervice. L’introduzione della vaccinazione contro l’HPV è un eccezionale strumento per ridurre ulteriormente l’incidenza del cancro. Il vaccino protegge dai due tipi di HPV ad alto rischio più diffusi, il 16 e il 18 che, da soli, rappresentano più del 70% dei cancri della cervice. Il vaccino però non protegge da tutti i ceppi ad alto rischio, quindi è necessario continuare a fare il pap test anche dopo la vaccinazione.
Il pap test prende il nome da Papanicolau, il medico greco/americano che per primo mise a punto la metodica di colorazione, e che da più di 60 anni è considerato il metodo d’elezione per lo screening dei tumori della cervice. Nel corso della visita ginecologica vengono prelevate delle cellule dal collo dell’utero utilizzando apposite spatoline. Con il metodo tradizionale le cellule vengono “strisciate” su un vetrino che viene poi mandato in laboratorio dove viene colorato e osservato al microscopio per verificare se sono presenti cellule anomale. In genere più del 90% dei pap test risultano negativi; su quelli anomali, cioè positivi o dubbi, bisogna ricorrere ad esami più approfonditi, come ad esempio la colposcopia o la ricerca del virus HPV.
Da alcuni anni è stata messa a punto una metodica di prelievo, trasporto e conservazione dei campioni prelevati dalla cervice uterina che va sotto il nome di Thin Prep o citologia su strato sottile, e rappresenta un’innovazione del vecchio pap test tradizionale. Lo strato sottile, come dice il nome stesso, consiste nell’ottenere un vetrino contenente le cellule disposte su un solo strato, non ammassate, il che rende più precisa e attendibile la lettura del vetrino stesso da parte del citologo.
Da alcuni anni è stata messa a punto una metodica di prelievo, trasporto e conservazione dei campioni prelevati dalla cervice uterina che va sotto il nome di Thin Prep o citologia su strato sottile, e rappresenta un’innovazione del vecchio pap test tradizionale.
Una volta eseguito il prelievo il ginecologo non striscia più la spatolina sul vetrino ma la risciacqua in una fiala contenente un liquido che conserva le cellule. In questo modo le cellule vengono conservate e in più non subiscono il “trauma” di essere strisciate. Il barattolino viene mandato in laboratorio, dove un apposito strumento separa le cellule dal materiale non necessario come muco e sangue; inoltre non tutte le cellule vengono trasferite sul vetrino, ma alcune sono conservate nel barattolino. Il laboratorio allestisce il vetrino in maniera automatizzata, il che permette di ottenere un vetrino più riproducibile e rappresentativo delle cellule prelevate, in quanto distribuite uniformemente e senza interferenze: in questo modo si riducono i campioni inadeguati e ciò consente di individuare meglio le lesioni eventualmente presenti. Inoltre con il Thin Prep il ginecologo può richiedere al laboratorio di fare la ricerca dell’HPV senza richiamare la donna per fare un altro prelievo cervicale.
Il Thin Prep è stato approvato dall’FDA americana come “significativamente più efficace nell’individuare le cellule precancerose della cervice” a seguito di centinaia di studi che ne hanno dimostrato i benefici clinici.